Diritto al lavoro o diritto alla salute? Storia dell'ILVA di Taranto

Diritto al lavoro o diritto alla salute? Storia dell'ILVA di Taranto

Breve Riepilogo

Il video ripercorre la storia del più grande stabilimento siderurgico d'Europa, l'ILVA di Taranto, evidenziando il suo impatto economico e sociale, ma anche i drammatici conflitti tra diritto alla salute e al lavoro. Dalla sua nascita negli anni '50, passando per il boom economico, le prime proteste per l'inquinamento, la privatizzazione, i processi per disastro ambientale, fino all'ingresso e all'uscita di Arcelor Mittal, il video analizza le scelte politiche e le conseguenze sulla salute dei cittadini e sull'economia del territorio.

  • Nascita e crescita dell'ILVA come motore economico, ma con impatti ambientali e sanitari.
  • Privatizzazione e gestione controversa da parte della famiglia Riva.
  • Intervento della magistratura e processi per disastro ambientale.
  • Ingresso e successivo abbandono di Arcelor Mittal a causa della mancanza di uno scudo penale.
  • Situazione attuale di incertezza e necessità di una decisione politica sul futuro dell'acciaieria.

Intro [0:00]

Il video introduce la situazione critica dell'ILVA di Taranto, caratterizzata da 12 anni di crisi e incertezze. I lavoratori affrontano difficoltà economiche e problemi di salute, mentre la politica discute sul futuro dello stabilimento, divisa tra chi lo considera una risorsa strategica e chi una zavorra.

Il più grande stabilimento siderurgico d'Europa [0:56]

Si parla del più grande stabilimento siderurgico d'Europa, capace di produrre milioni di tonnellate di acciaio, alimentando la crescita economica italiana, ma anche teatro di un conflitto tra il diritto alla salute e il diritto al lavoro.

Nasce il progetto Italsider a Taranto [1:17]

Negli anni '50, l'industria italiana dell'acciaio dipende dal rottame. Lo Stato interviene selezionando gli stabilimenti più efficienti e concentrando gli investimenti per la specializzazione della produzione. Nel 1959, Taranto si aggiudica il quarto e più grande polo dell'acciaio italiano, l'ILVA. La notizia viene accolta positivamente dalla città, vista come un'opportunità di rilancio economico.

I primi anni dell'ILVA e il boom economico [3:02]

Lo stabilimento viene inaugurato nel 1965. L'impatto economico e sociale è notevole, con un aumento della popolazione locale e un miglioramento del reddito procapite. L'ILVA si fonde con le Acciaierie di Cornigliano, dando vita all'Italsider. Molti agricoltori cambiano lavoro per diventare operai, e la salute non è una preoccupazione.

Papa Paolo VI all'acciaieria ILVA [3:55]

L'Italsider di Taranto diventa un simbolo dell'Italia industriale. Nel 1968, Papa Paolo VI celebra la messa di Natale tra gli operai dell'acciaieria, un evento senza precedenti. Taranto dedica un intero quartiere a Papa Paolo VI, dove vivono migliaia di operai.

Le prime proteste [4:44]

Nel 1971 emergono i primi problemi legati all'inquinamento. Il vento trasporta le polveri inquinanti prodotte dalla fabbrica, depositandole sulle case e nei polmoni degli abitanti. I cittadini protestano, ma il lavoro e l'uscita dalla povertà prevalgono sulle preoccupazioni sanitarie.

Italsider si espande e la crisi dell'acciaio [5:55]

Negli anni '70, l'ILVA raddoppia la sua produzione, arrivando a impiegare 40.000 persone. Tuttavia, la crisi petrolifera porta a un calo del consumo di acciaio. L'ILVA, sostenuta finanziariamente dallo Stato, diventa poco competitiva.

La privatizzazione [7:01]

Negli anni '90, l'ILVA viene privatizzata e la proprietà passa alla famiglia Riva, che adotta politiche di gestione del lavoro e relazioni sindacali molto dure, mantenendo lo stesso approccio in materia ambientale. I Riva rimangono al timone fino a quando la storia di Ilva arriva a un punto di non ritorno.

Le prime indagini all'ILVA [8:00]

Nel 2008, vengono effettuate analisi su campioni di pecorino prodotto in zona, rivelando alti livelli di diossine. La procura di Taranto avvia un'indagine, dalla quale emerge che nei 13 anni precedenti si sono registrati 386 decessi attribuibili all'emissione industriale. Uno studio del Ministero della Salute evidenzia una correlazione tra i residenti dell'area e l'eccesso di malattie neurologiche, respiratorie e dell'apparato digerente.

Il sequestro nel 2012 [9:20]

Nel 2012 viene disposto il sequestro dell'area a caldo dell'ILVA. Seguono arresti, tra cui quello di Emilio Riva. L'ILVA ottiene lo status di impianto strategico e riprende a funzionare sotto la gestione di commissari straordinari.

I processi e la politica [10:37]

I processi per disastro ambientale procedono lentamente. L'ILVA continua a funzionare sotto la gestione di commissari straordinari, che cercano di contenere i danni ambientali. Nel 2017, Arcelor Mittal si aggiudica la gara pubblica per assumere il controllo parziale dell'acciaieria.

L'ingesso di Arcelor Mittal [11:58]

Arcelor Mittal, guidata da Lakshmi Mittal, acquisisce l'ILVA con l'obiettivo di rilanciare la produzione e tutelare l'ambiente. L'azienda si impegna a investire 4,2 miliardi di euro, ma chiede uno scudo penale per proteggersi dai problemi preesistenti.

Il ruolo dello Stato [13:11]

Nel 2019, il governo Conte cancella lo scudo penale, portando Arcelor Mittal a recedere dal contratto. Inizia una battaglia legale per l'uscita della multinazionale. La situazione rimane in bilico, con governi che si succedono senza trovare una soluzione definitiva. Nel 2021, la Corte d'Assise di Taranto emana le sentenze definitive per il processo Ilva, condannando i Riva e altri imputati. L'Italia viene condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per non aver garantito il diritto alla salute. La produzione si riduce drasticamente e il futuro dell'ILVA è incerto.

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Date: 12/16/2025 Source: www.youtube.com
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