Breve Sommario
Questa mostra, "Alle origini del gusto", a Palazzo Mazzetti ad Asti, ci porta in un viaggio immersivo e multimediale attraverso i reperti di Pompei, Stabia e Paestum, mostrandoci le abitudini culinarie degli antichi Romani, Greci, Etruschi e Sanniti. La mostra evidenzia l'importanza del cibo nella tradizione culturale italiana, mostrando come il cibo fosse un linguaggio che si integrava nella società e scandisse la vita quotidiana. La mostra ci rivela anche il valore simbolico del cibo, che andava oltre la semplice nutrizione, nutrendo i morti, gli dei e la terra.
- Il cibo era un linguaggio che si integrava nella società e scandisse la vita quotidiana.
- Il cibo aveva un valore simbolico che andava oltre la semplice nutrizione, nutrendo i morti, gli dei e la terra.
Alle Origini del Gusto [0:00]
La mostra "Alle origini del gusto" a Palazzo Mazzetti ad Asti ci porta in un viaggio immersivo e multimediale attraverso i reperti di Pompei, Stabia e Paestum, mostrandoci le abitudini culinarie degli antichi Romani, Greci, Etruschi e Sanniti. La mostra evidenzia l'importanza del cibo nella tradizione culturale italiana, mostrando come il cibo fosse un linguaggio che si integrava nella società e scandisse la vita quotidiana. La mostra ci rivela anche il valore simbolico del cibo, che andava oltre la semplice nutrizione, nutrendo i morti, gli dei e la terra.
La Cucina Romana [1:39]
La mostra ci porta nel mondo della cucina romana, mostrandoci come le case più importanti dei patrizi possedevano una cucina. La cena era un mezzo per ostentare e affermare il proprio potere e si svolgeva nel triclinium, a volte estendendosi a più sale. Tra una portata e l'altra intervenivano musicisti, ballerini e attori. La cena poteva iniziare nelle prime ore del pomeriggio e durare fino a notte fonda. La sequenza delle portate era composta da antipasti, carne, selvaggina, pesce e dolci. Il cibo era un elemento importante nella vita sociale romana, con un'enfasi sull'ospitalità e la condivisione.
Il Valore Simbolico del Cibo [4:06]
La mostra ci mostra come il cibo avesse un alto valore simbolico che andava oltre i confini della vita. Il cibo nutriva i morti, gli dei e la terra. La mostra presenta una serie di corredi funerari provenienti dall'area sannita e dall'area di Paestum, con riproduzioni fittili di primizie, frutta, dolci e formaggi, che venivano deposti come dono all'interno delle tombe. Il sacrificio era una forma di cottura e consumazione rituale del cibo, con il fumo che saliva agli dei che si cibavano degli odori, mentre le carni rimanevano al banchetto riservato ai sacerdoti e agli adepti del sacrificio. L'idea di donare le primizie, come carne, ortaggi e frutta, alla divinità era un modo per rendere la vita alla vita, un'idea che troviamo ancora nelle tradizioni contadine.
Il Cibo nella Cultura Greca e Latina [5:14]
Nel mondo greco e latino, il cibo non era un semplice mezzo di sussistenza, ma un elemento sacrale, un ponte con la trascendenza. Lo testimoniano le stesse divinità: Dioniso e Bacco, dio dell'irrazionalità e del vino; Athena Minerva, dea della saggezza e dell'olio; Demetra Cerere, dea delle messi e del ciclo della vita. Il cibo è uno degli elementi più rappresentati nella pittura, soprattutto pompeiana, ma già romana, in quasi tutte le case. Le rappresentazioni del cibo includono nature morte, scene legate alla produzione e alla caccia. La caccia al cinghiale era una delle scene più rappresentate, con il cinghiale considerato un trofeo ambitissimo.
Il Cibo nella Vita Quotidiana Romana [6:34]
La mostra ci mostra le abitudini dei Romani legate al consumo del cibo in città, con lo street food, il vivacissimo mercato chiamato macellum, le taverne per il ceto medio e i termopolio per tutti gli altri, veri bar dell'antichità. I termopolio offrivano vino, zuppe, insalate, focacce e compagnia delle bariste, spesso prostitute. La mostra ricostruisce uno spaccato di vita culinaria e conviviale dell'Italia antica, mostrando come i Romani furono i primi a raccogliere e codificare in una gastronomia le tradizioni acquisite da regioni conquistate e alleate. Apicio, il primo gastronomo della storia, redasse il primo ricettario, e scrittori come Marziale, Catullo e Petronio hanno tramandato quella cultura della buona tavola che oggi ci rende così orgogliosi e famosi nel mondo.